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Quando si parla di diamanti spesso si fa riferimento alle caratteristiche e ai parametri che definiscono il valore di un diamante trasparente. I diamanti però non sono solo “bianchi”. Durante il processo di formazione infatti, se nella pietra sono presenti degli elementi minerali, allora il diamante risulterà colorato.

Stiamo parlando dei diamanti fancy color, definiti così proprio per le loro colorazioni uniche che affascinano gioiellieri e compratori di tutto il mondo. Il valore e l’identità di queste pietre però segue dei parametri differenti rispetto a quelli stabiliti per i diamanti trasparenti. Vediamo allora come si valutano e cosa sono i diamanti fancy color.

In questo approfondimento su cosa sono i diamanti fancy color:

Come si classificano i diamanti fancy color

Il valore di un diamante fancy color viene definito in maniera differente rispetto a quello di un diamante trasparente. I tre parametri di partenza della classificazione dei diamanti coloratisono:

  • Carat: definisce il peso della pietra secondo l’unità di misura del carato;
  • Clarity: è il parametro che classifica il diamante a seconda delle inclusioni, quindi delle impurità, che presenta al suo interno. La purezza è molto importante per definire il valore dei diamanti trasparenti ma per i diamanti colorati questo criterio di valutazione non viene tenuto troppo in considerazione. Le “impurità” infatti contribuiscono alla definizione del colore;
  • Cut: la scelta del taglio dei diamanti colorati viene effettuata per valorizzare l’intensità del colore della pietra.

L’aspetto del colore invece, la quarta C che serve a stabilire la certificazione di un diamante, nel caso dei diamanti fancy color, viene caratterizzata ulteriormente. Questo è l’aspetto principale che dà valore alla pietra, per questo il GIA (Gemological Institute of America) ha introdotto dei parametri aggiuntivi per categorizzare i diamanti colorati:

  • Hue: nel caso dei diamanti fancy color, più il colore risulta intenso più la pietra viene valutata rara e di valore;
  • Color Distribution: definisce la distribuzione del colore sulla superficie della pietra. Se il colore risulta regolare, sul certificato si troverà la dicitura “even” mentre se è irregolare “uneven”;
  • Saturation: indica l’intensità del colore all’interno della pietra;
  • Tone: si riferisce alla luminosità del colore del diamante, se più chiara oppure scura.

I diamanti fancy color possono avere numerose sfumature di colore che principalmente ricoprono diverse tonalità di giallo, di verde, di blu e di rosa. Vediamo come si formano in natura queste pietre.

Come si formano i diamanti fancy color?

I diamanti fancy color seguono lo stesso processo naturale di formazione dei diamanti trasparenti. La differenza tra i diamanti bianchi e i diamanti colorati sta nella presenza di alcuni elementi che alterano il colore della pietra durante la sua evoluzione. Ecco quali minerali agiscono sulla formazione dei diamanti fancy color:

  • Diamanti gialli: si formano grazie alla presenza di azoto all’interno della struttura del diamante;
  • Diamanti verdi: possono formarsi grazie all’esposizione prolungata a una fonte di radiazioni naturali oppure per la presenza di nichel o vanadio;
  • Diamanti blu: a dare la colorazione blu a queste pietre è la presenza di boro;
  • Diamanti rosa: il colore rosa si crea nel diamante grazie a un processo di pressione elevata che causa la torsione del reticolo che forma la struttura del diamante;
  • Diamanti rossi: seguono lo stesso processo di modifica del reticolo dei diamanti rosa ma hanno come risultato un colore più intenso.

Per essere valorizzati e tirare fuori tutte le sfaccettature di luce e colore, i diamanti naturali colorati solitamente vengono tagliati seguendo la loro forma naturale. Vediamo quali sono le forme scelte solitamente per queste pietre.

Come vengono tagliati i diamanti fancy color?

Nella lavorazione delle pietre preziose il tipo di taglio scelto influisce anche sulla valorizzazione del colore e della luminosità. Ad esempio, per i diamanti fancy color è raro che si effettui un taglio round che appiattisce le tonalità di colore, piuttosto quelli più scelti sono il taglio a cuscino, quello ovale, a pera, il taglio princess, il radiant e il marquise.

Un altro criterio con cui i gioiellieri scelgono il tipo di taglio è la forma di partenza del diamante quando è ancora grezzo. Infatti, anche se durante il taglio di un diamante i residui vengono raccolti e tendenzialmente riutilizzati, le dimensioni di queste pietre così rare e preziose va sempre preservata. Seguire la linea della forma iniziale di una pietra, significa proprio non sacrificare troppo materiale a discapito della sua grandezza.

Gli esperti del settore possono impiegare anche mesi a studiare la conformazione di un diamante per valutare in quale modo sia meglio tagliarlo. Il processo di taglio dura ore e durante il procedimento il tagliatore decide quale parte del diamante diventerà la faccia superiore e quale quella inferiore.

Ma come funziona il processo al livello tecnico? Il diamante è il materiale più duro al mondo per questo l’unico modo per tagliarlo è quello di utilizzare un altro diamante. Gli strumenti più utilizzati sono la sega al diamante oppure il laser. Segue poi la fase di lucidatura che viene effettuata su una piastra abrasiva sempre a base di polvere di diamante. Infine, per rimuovere tutti i residui, la pietra viene sottoposta a un processo di bollitura in dei solventi a base di acido cloridico e acido solforico.

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